(SESTO STOP) Rifugio Antola (16:55). Superato il Rifugio Bensa (inagibile) e i ruderi ormai fagocitati dalla vegetazione del Rifugio Musante, si perde quota giungendo in breve al nuovo Rifugio Antola, con 32 posti letto e la completa autonomia energetica, di proprietà del Parco. Nei pressi un sito di interesse storico-ambientale con i resti di due antiche neviere e, dal rifugio, ampi panorami sulla valle del Brugneto, con la vista dell’omonimo lago.
DAL SITO DEL PARCO
La storia dei rifugi dell'Antola
Sul Monte Antola hanno operato, dal 1895, due rifugi: il Rifugio Musante e il Rifugio Bensa.
Il primo, il Musante, fu costruito tra il 1894 e il 1895 da quattro abitanti di Bavastrelli con l'ausilio della "Società Club Alpino sezione Ligure" che contribuì con mille lire.
Il primo gestore, nonché comproprietario fu Giovanni Musante, emigrante di Bavastrelli rientrato allora dall'America. Ai primi del '900 il CAI riservò per suo uso una camera del rifugio con accesso dall'esterno e lasciò il restante edificio alla gestione della famiglia Musante.
Nonostante la morte di Giovanni, i suoi figli ne mantennero la gestione. Gli ultimi due rimasti lassù furono Vittorio e Albina, due personaggi che ancor oggi sono nella memoria degli escursionisti di allora. Nel 1979 Albina rimasta sola a causa della morte del fratello si convinse a lasciare quella dimora di una vita. La fine del rifugio Musante fu decretata nei primi anni '90, quando un incendio ne bruciò il poco ancora rimasto in piedi.
Diversa è la storia del Rifugio Bensa.
L'origine dell'edificio risale ai primi del novecento quando, per molte famiglie benestanti genovesi, vennero costruite ville per la villeggiatura estiva. E proprio uno di questi edifici, nel 1927 venne allestito a rifugio dalla Società Alpina Ligure, immobiliare del CAI. Gli anni seguenti a questa acquisizione furono quelli di maggior sviluppo del rifugio E. Bensa, intitolato al famoso onorevole.
Divenne paragonabile ad un qualsiasi altro rifugio di montagna, registrando un'affluenza in tutti i periodi dell'anno. Ma nel 1944 il rifugio, che era utilizzato dai partigiani, fu danneggiato gravemente sotto i mortai tedeschi. Successivamente venne messo in vendita e prontamente acquistato dalla stessa famiglia Musante che lo utilizzò come dependance al rifugio da loro già gestito
Dal 1983 riprese a funzionare indipendente dall'altra struttura dapprima con la gestione della famiglia Cecconetto e successivamente dalla famiglia Vigilia. La risolutiva chiusura dell'attività si ebbe nel 1996, schiudendosi una situazione difficile a seguito di una complicata vicenda giudiziaria che bloccò per diversi anni ogni possibilità di progetto per una prossima riapertura.
Il Parco inizialmente ha intrapreso la via del recupero e della ristrutturazione di una delle due strutture già esistenti (ex Rifugio Bensa), cercando un accordo con la proprietà per l'acquisto o l'affitto. Ma le condizioni economiche insostenibili a fronte degli elevati costi di restauro hanno portato ad una via completamente nuova, convincendo gli amministratori dell'Ente della necessità di creare una struttura da zero che rimarrà di proprietà pubblica.
NOTE DI STEFANO CHE POTREBBERO ESSERE TRATTATE QUI:
Case Antola
Tra 1894 e 95 Rifugio Musante appoggiato da CAI ligure
Nel 1899 Palazzina Borgonovo e poi 1903 Villa Elena (due ricche vedove)
Sempre nel 1903 Cappella e sotto vetta Osteria Gattavara
Trentina di persone fisse in estate in Case Antola
Festa San Pietro con balli, musiche e mulattieri che abbellivano muli
1907 croce di vetta con solenni celebrazioni (proprietario Ansaldo e Secolo XIX)
1927 Rifugio Bensa ex palazzina Borgonovo per sci ed alta borghesia (ben attrezzato)
Strafia (teleferica) da Reneuzzi - Antola - Fuulo per trasportare materiali
Agosto '44 e soprattutto dicembre stesso anno rastrellamento: Villa Elena bruciata, Bensa preso da colpo di mortaio, Musante raziato
1979 Albina Musante dopo morte fratello scende a valle
1983 riapre Bensa dopo travagli, 1997 chiusura definitiva
1989 crollo Musante dopo incendio
2000 restaurata cappella
207 apre Rifugio Parco Antola
Neviera: una di Principe Doria personale, portano ghiaccio a ricchi di Genova
Carbonaio: in autunno, difficile lavoro. A fine '800 autoli lamentano disboscamento
aburra.a 29. apr. 2019
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Sentiero molto bello. Sale subito all'inizio prendendo il sentiero dal centro di Caprile segnalato con due rombi. Dopo un dislivello continuo di 600 metri si arriva a Passo 3 Croci. Molto ben segnalato. Da qui si diramano diversi sentieri uno dei quali in cresta conduce al Monte Antola. Ancora un forte dislivello e poi si arriva sulla cima del Monte con una vista mozzafiato su tutto l'arco alpino, dal mare alla Lombardia. Spettacolare. In discesa abbiamo fatto il sentiero contrassegnato con un triangolo per chiudere l'anello. Ad un certo punto presso una radura il segnale si interrompe e abbiamo perso il sentiero. Andando dritti perni terrazzamenti abbiamo trovato una casa e da qui seguito la strada sterrata fino a Caprile, ritrovando poi triangoli. Visto un cerbiatto. Consigliata. Fatta insieme con ragazzino di 11 anni (allenato).
Totemania 4. jún. 2019
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Ottima descrizione !